L’arte mi ha accompagnato fin da bambino. La poesia è stata la mia prima vera amica e grazie a lei riuscivo a comunicare in maniera sincera, nonostante fossi piuttosto insicuro.
Crescendo ho sempre continuato a scrivere, era una vera e propria necessità, un arte terapeutica che mi permetteva di esternare e trasformare anche le inquietudini più nascoste e profonde. A diciotto anni sono andato via di casa e ho incominciato a viaggiare e lavorare all’estero. A vent’anni ero su una barca a vela e stavo attraversando l’Oceano Atlantico.
Per anni non mi sono fermato, ho vissuto e esplorato buona parte del Sud America per poi spostarmi in Asia, dove ho passato un anno tra India e Nepal, vivendo gran parte del tempo a Kathmandu. In Asia ricevetti moltissimi stimoli e ispirazioni e inizia a pormi domande che mi condussero sull’ Himalaya.
L’esperienza sui monti, immerso nella natura, mi fece fare un passo importante verso me stesso, grazie anche all’incontro con dei monaci. Dopo l’Asia andai in Africa con lo scopo di aiutare nella costruzione di una scuola e quello fu l ‘ultima girata di chiave per spalancare la mia coscienza.
A venticinque anni dopo viaggi, amori e avventure ero cosi colmo di vita e di esperienze che fui travolto da un flusso creativo incredibile. In quel periodo erano crollate delle barriere interiori che bloccavano la mia ispirazione, ed è in quei giorni che inizia a dipingere. La mia università è stata la vita e finalmente mi stavo “laureando” ed era ora di esprimermi e di creare.
A ventisette anni però mi resi conto che stavo andando alla deriva. Avevo abusato di alcool e droghe ormai da dodici anni e nonostante volessi smettere mi resi conto che ero diventato un tossicodipendente. Decisi di farmi aiutare e andai in una clinica psichiatrica dove non trovai soluzioni se non altre droghe legali.
Continuai a cercare e trovai una comunità con un metodo naturale e didattico, in cinque mesi risolsi il mio problema e ne uscii vittorioso. Senza le droghe ad offuscarmi la mia creatività aumentava sempre di più e iniziai a dipingere più naturalmente, senza pensiero, semplicemente guidando l’ispirazione. Adesso che ho trenta tre anni, una moglie stupenda e un figlio meraviglioso di due anni, mi rendo conto che l’arte mi ha letteralmente salvato la vita: nonostante fossi pieno di maschere e di bugie, mentre creavo riuscivo sempre a tirar fuori me stesso e tener vivo il mio vero io.
La creatività era come il soffio sulla fiamma, arrivava puntuale impedendo che mi spegnessi e morissi. Adesso creare è ciò che mi permette di provare soddisfazione, mi fa sentire vivo e me stesso, in quanto ritengo l’arte una forma di comunicazione spirituale. Con le mie opere cerco di trasmettere nel mondo materiale l’universo dell’anima. L’arte ha sempre avuto per me una funzione alchemica: trasformare il piombo che è in me, in oro. La mia speranza è che questa trasformazione avvenga anche in chi comunica con i miei dipinti e poesie
Il mio scopo è poter creare sensazioni libere da schemi fissi in coloro che osservano e comunicano con i quadri. Desidero che la diversità e la necessità di ognuno possa liberamente cogliere ciò che vuole dentro di se e che possa essere soddisfatta dall’interazione con l’opera. Mi auguro sempre che colui che osserva e percepisce diventi anche esso l’artista, creando in se la propria trasformazione.